Premio Vignali

Data: 01/01/2021

Galleria dei lavori vincitori

INVISIBILE
Linda Malavolti Classe V A grafici, Istituto Persolino Strocchi, Faenza

L’immaginario è un insieme di simboli e concetti presenti nella memoria e nell’immaginazione di una molteplicità di individui. Ci sono oggetti, cose, luoghi che esistono solo nella nostra memoria e quando ci capita di ritrovarne qualcuno ancora intatto è come un tuffo nel passato con tutto quel che ne consegue rispetto alle emozioni, le sensazioni, e le percezioni sensoriali. L’agricoltura in ambito moderno ha subìto trasformazioni radicali. La stalla è un esempio paradigmatico dei cambiamenti intercorsi, la sua presenza ha insieme rappresentato ed accompagnato i mutamenti in atto. Disfacimento, nuove destinazioni d’uso, abbattimento e ricostruzione sono tutti processi destinati a cambiare radicalmente le immagini del paesaggio. Il mio obiettivo è stato quello di guardare il mio stesso mondo e quello dove sono cresciuta attraverso la fotografia: animali osservati da vicino e spiati, prodotti finiti che agli occhi di altri diventano strani oggetti e persone che sembrano appartenere ad un’altra epoca.

CASO N.1
Manuel Lotumolo Classe V B grafici, Istituto Persolino Strocchi, Faenza

Ho scelto questo progetto fotografico perché mi sembrava interessante dimostrare l’effetto che hanno gli oggetti quando cadono in acqua. In questo progetto ho voluto immortalare il momento preciso di quando tale oggetto tocca l’acqua e scattare una serie di fotografie in movimento di quanto l’acqua entra, la muove e tocca il fondo. Per questo progetto ho scelto diversi oggetti di massa, dimensione e volume diversi, poi ho preso una bacinella trasparente e l’ho riempita d’acqua. Ho creato un ambiente in cui potessi avere una luce artificiale e uno sfondo bianco e una volta di fronte ho iniziato a scattare. Alcuni oggetti rimanevano a galla, altri troppo pensanti facevano uscire l’acqua toccando immediatamente il fondo. Come uno scienziato in laboratorio, ero interessato ad usare la fotografia in maniera sperimentale per registrare differenti reazioni traendo diversi risultati in base all’oggetto scelto. Ed, esattamente come quello scienziato, questi risultati diventano il punto di partenza per il Caso n.2 per proseguire una ricerca probabilmente senza fine.

ORDER OUT OF DISORDER
Tommaso Mazzotti Classe V A grafici, Istituto Persolino Strocchi, Faenza

Cosa c’è di più familiare di casa nostra e di tutto il mondo che vi è all’interno? Oggetti, mobili e situazioni abituali, e abituati ad averci a che fare tutti i giorni. Ed è proprio per questo che un occhio avvezzo non li guarderà e apprezzerà con un senso critico. È ciò che ho cercato di fare in questo progetto, eseguendo un esamina oggettiva e con la massima democrazia di ciò che circonda il mio ambiente. È stato così possibile trovare un nuovo punto di vista e dare un diverso significato alle cose prendendo come punto di riferimento i lavori di William Eggleston e il progetto di Peter Fraiser nel suo libro fotografico ”A City In a Mind”, i quali scattavano prevalentemente in interni creando così un piccolo mondo che ruota attorno a oggetti e spazi apparentemente banali. Una sorta di ordine, quello fotografico, che nulla ha a che fare con l‘ordine/disordine della realtà, il quale crea così un ordine dentro il disordine. L’uso del flash ha dato l’opportunità di offrire una nuova luce, forse uno degli elementi più caratteristici della fotografia, e poter così rafforzare il concetto di una nuova visione del quotidiano. Ha inoltre conferito un senso di violenza e intensità come a colpire con forza gli oggetti. Oltretutto ho tentato di esplorare questo piccolo mondo attraverso immagini con vedute ravvicinate e quasi innaturali che nel complesso esplorano situazioni così familiari ma ugualmente così estranee.